L'idea
di fare "Voci nel deserto" nasce per caso dopo che siamo venuti a
conoscenza del lavoro originale ideato da Marco Melloni, messo in scena al
Brancaleone di Roma sotto forma di rave teatrale in cui un gruppo di attori,
dopo aver recuperato testi di svariati autori del passato e contemporanei – tra
i quali Pasolini, Flaiano, Steinbeck, Tucidide e molti altri –, li ha
attualizzati e messi in relazione attraverso musica, suoni e immagini. Abbiamo
aderito all’idea del progetto di fare teatro civile, promuovendo l’iniziativa e
replicandola, inizialmente con molte remore che però, col tempo, grazie anche
ai consigli delle attrici che ci hanno fatto capire l’importanza di questo
lavoro sul territorio, hanno lasciato il posto a un coinvolgimento sempre maggiore.
Voci Nel Deserto "Siamo un paese senza memoria: il che equivale a dire
senza storia. L'Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell'oblio
televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo
con le sue contorsioni, le sue conversioni". Lo scriveva Pasolini sul
Corriere della Sera. Sono passati più di trent’anni. Ci piacerebbe far
diventare anacronistiche queste parole. Finché non la si impara, la storia si ripete. Per questo, oggi
più che mai, diventa importante recuperare la memoria di chi ci ha preceduto ed
è riuscito a leggere, negli eventi della sua epoca, ciò che noi stiamo vivendo
solo ora. Frammenti di libertà di pensiero, messaggi in bottiglia affidati alle
correnti del tempo: abbiamo catalogato quelli che hanno maggior risonanza con
l’attualità (e ne continuiamo a raccogliere), li abbiamo privati di ogni
riferimento all’autore o al tempo trascorso prima di giungere fino a noi,
abbiamo dato loro una voce e li abbiamo messi in relazione attraverso la
musica: ne è uscita fuori una narrazione del presente che non può non
sorprendere nel momento in cui viene ristabilito l’ordine temporale e
ricollocata ogni frase nel suo contesto. Possibile che fosse già tutto
previsto? (www.vocineldeserto.it)
Il GRUPPO DELLO ZUCCHERIFICIO è un gruppo di 15 ragazzi che si sono riuniti, e poi associati, perché ritenevamo importante lavorare per creare in Romagna spazi e momenti sempre più ampi e frequenti di libera informazione.
Il
nostro gruppo si forma in modo spontaneo circa due anni fa e prende avvio da un
nucleo originario di sette, otto amici che avevano l’abitudine di trovarsi a
casa di uno di loro in via dello zuccherificio a Mezzano (RA); da qui il nome
Gruppo dello Zuccherificio. Abbiamo sentito la necessità di avviare questo
“gruppo di ricerca” perché dei tanti argomenti e problematiche su cui ci
capitava di parlare ci riusciva quasi sempre impossibile trovare sui giornali
delle versioni definitive dei fatti accaduti. Il confronto ci ha portato a
verificare quanto i racconti delle testate giornalistiche riferiti a uno stesso
argomento fossero quasi sempre discordanti tra loro, e abbiamo iniziato a
scrivere i nostri primi articoli, nel modo più oggettivo possibile, senza
commenti, per raccontare quella che avrebbe dovuto essere la “verità”. Nessuno
di noi è giornalista di professione e attualmente fanno parte del “gruppo” una
quindicina di ragazzi tra i 18 e i 29 anni, di cui solo una minoranza ha una
formazione umanistica.
Oltre
a questa attività organizziamo tutto l'anno serate per dare voce ad argomenti e
personaggi che non hanno, purtroppo, spazio nei media tradizionali,
collaborando con Emergency, ANPI, Libertà e Giustizia e altre associazioni.
I
progetti seguiti nel corso dell’anno sfociano poi nella serata conclusiva, nel
nostro “Meeting dell’informazione libera”, chiamato: Grido della Farfalla.
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