La metà dei componenti del Parlamento italiano è
iscritta a un ordine professionale. Un gruppo trasversale: il partito dei
professionisti. Stiamo parlando di più di due milioni di persone in Italia,
divise in 28 categorie: avvocati, medici, notai, ingegneri, giornalisti,
farmacisti... Hanno enti previdenziali propri, un patrimonio di circa 50
miliardi di euro investiti in beni immobili e titoli finanziari. Quello degli
ordini professionali è un mondo chiuso e ancora tutto da raccontare. Una
macchina del privilegio, con meccanismi e regole scritte e non scritte.
Questo libro lo racconta, attraversando inchieste e scandali, modalità di accesso non sempre trasparenti e sanzioni disciplinari che arrivano con incredibile ritardo. Nati con l'alibi di difendere il cittadino-consumatore, gli ordini professionali proteggono solo se stessi, tramandandosi il potere in maniera quasi ereditaria (il 44 per cento degli architetti è figlio di architetti, il 41 per cento dei farmacisti è erede di farmacisti, il 37 per cento dei medici è figlio di un medico). Ogni tentativo di riforma è bloccato (così Fabrizio Cicchitto, Pdl, definisce la tentata riforma Bersani del 2006: "Un esempio estremista di vendetta sociale"). All'interno delle stesse professioni c'è chi prova a opporsi (l'Anarchit - Associazione nazionale architetti italiani, Altrapsicologia, il Movimento nazionale liberi farmacisti...): invocano l'eliminazione degli albi e un radicale cambiamento che metta in prima fila libertà e merito, abbattendo ogni privilegio. La loro battaglia è la battaglia di tutti i cittadini italiani.
Franco
Stefanoni, milanese, ha cominciato a fare il giornalista nei primi anni
Novanta per il mensile “Società civile” fondato da Gianni Barbacetto e Nando
dalla Chiesa, occupandosi di tematiche sociali, di Tangentopoli e di
criminalità organizzata nel Nord Italia. Ha collaborato con “l’Unità”,
“Avvenimenti”, “Diario”, “l’Europeo”, “Affari & Finanza”, “Corriere
lavoro”, “Corriere soldi” e “il Mondo”, della cui redazione fa parte dal 1998.
Ha seguito inchieste su malaffare finanziario, truffe e crac aziendali, misteri
e misfatti dei potenti dell’economia italiana. Negli anni Duemila si è dedicato
ai colletti bianchi e ai liberi professionisti, inventando un genere e gestendo
una seguitissima rubrica di retroscena, malcostumi e indiscrezioni su studi e
ordini di categoria, poi presa a esempio e riferimento da molta stampa. Ha
pubblicato per Editori Riuniti “Mafia a Milano. Quarant’anni di affari e
delitti” (1996) insieme a Mario Portanova e Giampiero Rossi; “Manicomio Italia.
Inchiesta su follia e psichiatria” (1998); “Finanza in crac. Trent’anni di
grandi truffe e risparmio tradito” (2004). Dall’esperienza maturata nel campo
delle professioni, e in particolare degli avvocati, è nato nel 2007 “Il codice
del potere. Storie, segreti e bugie della più influente élite professionale”
(Melampo). Nel 2008, per la stessa casa editrice, ha pubblicato “Il finanziere
di Dio. Gli affari e l’Opus Dei, l’intrigo e l’omicidio”, dedicato al caso di
Gianmario Roveraro, mentre nel 2011 è tornato con Portanova e Rossi sulle
vicende di crimine organizzato con il nuovo “Mafia a Milano. Sessant’anni di
affari e delitti”. Nel 2011, ha pubblicato per Chiarelettere "I veri
intoccabili."
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